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GinoLatino
26-05-06, 11:58
Articolo originale Repubblica

L'iPod al tempo dell'endorfina

Correre con lo iPod è una banalità. E' farsi allenare dallo iPod che fa un po' più di sensazione. E se questo succede perché l'apparecchio riceve le informazionii da un chip inserito nella suola delle scarpe, non vorremo inorridire?
Poi una volta arrivati a casa, si prende lo iPod, lo si collega al computer, e le pulsazioni, la pressione, l'andamento dell'acido lattico e tutte le altre diavolerie della scienza dello sport finiranno in un programma di allenamento che vi dirà se è giusto il numero di chilometri che state correndo, se non è che dovete un po' allentare con quelle "ripetute" o se è sano farsi tante salite. Dice, e la musica?
Come dubitarne, c'è anche quella. E' la funzione base dello iPod, ma la musica durante la corsa al parco è un must fin da metà anni '80, che è anche una pesante ammissione ("Correre è noioso"?): sì la natura è grande nel suo spettacolo, ma alla settantacinquesima volta che passate sotto gli alberi secolari di quel parco, la "natura" e la sua bellezza vi escono dagli occhi e volete qualcosa che vi distragga. E allora musica. Ma appunto: succedeva già ai tempi che Pizzolato vinceva la maratona di New York e si allenava nel Central Park e lo assalivano di sera per rapinarlo, perché era la New York di prima della tolleranza zero di Giuliani.
Dalla noia alla maniacalità il passo è breve. Per carità correre è splendido, lo sport è una cosa meravigliosa: ma questo ultimo iPod è il trionfo dei tossicodipendenti da endorfine, la dittatura dell'ossessività di vedere tutti i propri "parametri" fisici viaggiare su un foglio excel. Dopo che la triplice alleanza scarpa-iPod-computer, dopo che di voi avranno rilevato e registrato e tabulato anche - e letteralmente - i respiri durante l'allenamento., dopo tutto questo, cosa rimane del "piacere" di correre?
Ora quella voglia di ordine e allenamento si sposa con la pratica, non più avanguardistica, dei wearable computer. Meritano un cenno.
I computer che "si possono indossare". Fu uno dei primi programmi di ricerca nel nuovo Medialab di Nicholas Negroponte, tanti anni fa. Ora sono realtà nelle forze armate, nell'alta moda, nello sport, dove da sempre c'è stato il problema di portare i dati dall'atleta agli allenatori, perché l'allenatore mica può incollarsi a te-atleta con gli apparecchi e tutto. Allora, anni '80, si usava la "telemetria", un bric a brac di fili, sensori e piccole trasmittenti (e riceventi) addosso a Moser e Pizzolato prima, poi perfino sopra Maradona e il suo corpo geniale e capriccioso.
Ora è il tempo della mania (calità). Non a caso, al Medialab, sono tutti joggers accaniti e vanno a lavorare in pattini o bicicletta. Anche a Febbraio, quando si schianta dal freddo. Poi magari per strada si fanno un hamburger, ma non lo scrivono nei protocolli di ricerca. Siamo Borg, la resistenza è inutile.
Dite che vi abbiamo dato pochi elementi concreti e non abbiamo nemmeno detto chi fa le scarpe con la Apple? Beh mica ci paga la pubblicità. Comunque le scarpe le fa l'azienda che ha dato il nome a quella famosa statua che sta al Louvre e che appare anche in pochi fotogrammi nel Codice da Vinci: come si chiamava... la Naiki di Samotracia no?
Qui (http://blogs.zdnet.com/Apple/?p=203)trovate tutto ciò che serve.
Altri pareri su questo tema (tutti in inglese purtroppo):

Theory.isthereason (http://theory.isthereason.com/?p=995)
I4U-News (http://www.i4u.com/article5697.html)
Michael Parekh on It (http://mp.blogs.com/mp/2006/05/s_29.html)
Infinite Loop (http://arstechnica.com/journals/apple.ars/2006/5/23/4088) (che poi è l'indirizzo della Apple).